La solidarietà non si delega: è prendere su di sé l’altro

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Descrizione

La solidarietà sembra spesso insensata, senza che all’orizzonte appaia una finalità ultima e concreta in grado di conferirle senso. Invece, esprime un moto emotivo-relazionale del cuore che non si limita a curare la sofferenza dell’altro, ma proprio porta all’immedesimazione con lui, a condividere con lui il disagio dell’esistenza, per superarlo o almeno attutirlo, espressione dell’imperativo naturale di farsi carico del fratello sofferente, di superare ogni distanza da lui, per quanto comoda possa apparire, con umana comprensione.

Questo è il senso dell’umano che è costitutivo della solidarietà; la solidarietà spinge là dove non può giungere il pensiero che calcola (denken als rechnen), là dove si coglie l’essenza delle cose e non solo il loro valore, dove si rischia senza protezione. È negazione di ogni philautía e ciò contraddice in toto la natura del legame politico: nessuna politica può assumere realmente iniziative di autentica solidarietà; queste avranno sempre natura essenzialmente amministrativa e distributiva.

L’uomo solidale ha un cuore che capisce l’altro, che aspira ad un legame che salva. È così che l’azione solidale porta non solo a soluzioni convincenti, ma trasforma la sofferenza in un combattimento capace di ridurre il potere distruttivo del dolore con la speranza e con l’affetto.

La solidarietà può pensarsi come processo che non è mai compiuto, sia nelle coscienze dei singoli, sia nella vita sociale; la liberazione dell’uomo dalla povertà, dall’oppressione, dalla sofferenza è un obiettivo sempre necessario e sempre aperto.

La cultura della solidarietà non implica un punto di arrivo, non ha un modello di società da proporre, rappresenta piuttosto un principio di non appagamento rispetto ai risultati raggiunti.

Per questo costituisce un elemento di tensione utopica; non un insieme di convenienze, o di iniziative stanche e dubitanti o di finta sobrietà. La solidarietà è forza e debolezza insieme, mobilitazione senza scadenza.